Buona Scuola: assalto a sede Pd di Cagliari
- Scritto da Effe_Pi
L'azione rivendicata dai collettivi studenteschi e degli insegnanti durante la protesta di ieri in Sardegna: srotolato uno striscione contro la riforma dal palazzo dove si trova la principale sede Dem del capoluogo.
Ieri, nonostante le scuole siano già chiuse, è stata la giornata finora più “calda” (e non solo meteorologicamente) tra quelle di protesta organizzate in Sardegna contro la “Buona Scuola” del Governo Renzi, da parte di studenti e insegnanti. Nel giorno in cui il progetto dell’esecutivo ha ottenuto il “Sì” definitivo a Montecitorio, nell’isola la protesta era dura e partecipata, fino ad arrivare all’”assalto” (per quanto simbolico) alle sedi cagliaritane del Partito Democratico, individuato come maggiore responsabile di una riforma che non sembra piacere a coloro che ne saranno i primi fruitori. In particolare, ci sono stati diversi tentativi di entrare nella principale sede Dem della città, quella di viale Regina Margherita, e alla fine i manifestanti sono riusciti a calare dal palazzo simbolo del Pd sardo uno striscione che recitava la frase '' Contro la scuola dei padroni'', secondo quanto ricordato da un comunicato diffuso dal Casc (Collettivo autonomo studenti Casteddu).
Le azioni, cui avrebbero partecipato anche il Coordinamento Insegnanti di Cagliari e il Collettivo Universitario Autonomo, sono secondo i promotori “un chiaro messaggio di protesta e attacco verso quel partito che ha fatto si che l'approvazione di questa riforma procedesse. Partito che ha inoltre aspettato il momento più difficile per le mobilitazioni studentesche e dei lavoratori della scuola: un momento in cui le scuole sono chiuse ed è più difficile organizzare il dissenso. Una mossa che esprime quindi la volontà di mettere a tacere quello che si agita contro un processo di privatizzazione della scuola, ma una mossa che non ci ferma”. La protesta continuerà in questi giorni, contro una legge che secondo il segretario generale della Flc Cgil Scuola, Tiziana Sanna, affosserà la scuola. E la Sardegna sarà tra le prime a pagare".
La protesta di ieri si è conclusa davanti alla direzione scolastica regionale e alla sede del Pd per chiedere – ha spiegato Sanna – “come si fa a votare a Montecitorio una riforma come questa: altro che potenziamento, a settembre sarà un disastro". Nel mirino i meccanismi che prevedono l'ingresso dei privati a sostegno degli istituiti. "Beh - commenta la sindacalista- non immaginiamo certo che gli imprenditori si mettano in fila per sostenere le scuole sarde. Nell'isola si correrà il rischio di non avere a disposizione il personale nemmeno per aprirle alcune scuole". Una battaglia che quindi continua: "ora combatteremo scuola per scuola in modo lecito, sia chiaro: smaschereremo questa riforma".