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Crac Epolis: anche i giornalisti parte civile

  • Scritto da Effe_Pi

Tribunale Cagliari Sono 25 gli ex dipendenti che si sono costitutiti parte civile all'udienza preliminare di oggi a Cagliari per il crac da circa 130 milioni di euro.

Ci sono anche molti dei giornalisti di Epolis tra coloro che oggi, alla prima udienza premilitare per il crac da 130 milioni di euro del gruppo editoriale, si sono costituiti parte civile nel processo che si celebra a Cagliari. Sono più di 25 gli ex dipendenti del giornale fondato da Nichi Grauso, che comprare tra coloro per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio, insieme al suo successore Alberto Rigotti. In tutto gli indagati sono 19, per la vicenda delle due società fallite che hanno fatto scattare le accuse di bancarotta: si tratta del gruppo editoriale Epolis e della società Publiepolis, concessionaria pubblicitaria su cui si appoggiavano i giornali aperti in varie regioni italiane.

Per questa vicenda, lo scorso anno erano stati arrestati della Guardia di Finanza su ordine del Gip i dirigenti societari Alberto Rigotti (65 anni, di Milano), Sara Cipollini (43, di Milano) e Vincenzo Maria Greco (70, di Roma). La Procura aveva poi chiesto il rinvio a giudizio del fondatore del gruppo free-press Grauso, Francesco Ruscigno (56, di Aversa), Alessandro Valentino (43, di Barletta), Carlo Momigliano (62, di Milano), Franco Manconi (69, di Cagliari), Giuseppe Virga (67, di Roma), Mauro Marciano (58, di Roma), Stefano Gobbi (romano di 48), Francesco Raia (67 di Iglesias), M. C., J. V., Anna Abbatecola (49, di Calvenzano), le sorelle Rosalba e Rosanna Chielli (54 e 44 di Prato), Claudio Noziglia (62, di Milano) e Luisella Garau (72, di Villanovafranca, amministratore unico di Epolis dal 2005 al 2007). Su quest'ultima il Gup ha disposto una perizia tecnica per capire se sia in grado di partecipare alle udienze.

Con la chiusura dei giornali free-press del gruppo furono quasi un centinaio i giornalisti che si ritrovarono all' improvviso senza lavoro, costretti alla cassa integrazione. La società pubblicitaria concessionaria PubliEpolis fallì nel 2011. All'origine dei fallimenti delle due società, stando alle accuse del Pubblico ministero e della Guardia di Finanza, ci sarebbero distrazioni di ingenti quantità di denaro: i soldi e le attrezzature delle società venivano destinate ad uso di alcuni degli indagati. Soldi prelevati dalle casse della società o con carte prepagate o bonifici per migliaia di euro poi usati per alberghi, viaggi, soggiorni e palestre esclusive. La prossima udienza preliminare è prevista per il 24 giugno.