L'Ispra smentisce Pili su trivelle nel Sulcis
- Scritto da Effe_Pi
L'ente pubblico ambientale risponde indirettamente alle accuse del deputato: le caratterizzazioni in Sulcis previste da anni in vista di una bonifica delle aree marine inquinate.
Le coste sarde a rischio trivelle? lo dicono in molti da tempo, e tra i più convinti c’è sicuramente l’ex presidente della regione Mauro Pili, che da tempo denuncia questo tipo di attività soprattutto nel Sulcis, e in particolare a Nebida, sulla spiaggia davanti al Pan di Zucchero. Peccato che nell’ansia da denuncia Pili abbia fatto un po’ di confusione, mettendo tra gli accusati anche l’ISPRA, l’Istituto pubblico di ricerca e protezione ambientale che si occupa anche di tutela del mare. Nella sua recente denuncia, infatti, il parlamentare attaccava chiedendosi come mai “l'Ispra abbia autorizzato questa nuova campagna di caratterizzazioni, in quell'area già fatte a suo tempo, quando il ministero non ha speso un euro per le bonifiche a terra”.
Le caratterizzazioni non sono però perforazioni con trivelle da estrazione di petrolio, e in particolare queste sono previste proprio perché il Sulcis è una zona a rischio dal punto di vista dell’inquinamento, in cui larghe aree sono da bonificare, si tratta infatti di un cosiddetto “Sito di interesse nazionale (SIN)”, e proprio da qui parte la risposta dell’Ispra, che ricorda come siano previsti “interventi volti a ripristinarle”. In particolare, nel Sulcis sono necessari interventi per il tratto di mare che si estende dal Golfo di Palmas a Sud fino a Campu ’e Sali a Nord e in un’ulteriore area antistante il sito industriale di Sarroch. L’ente pubblica ricorda che “lo scorso maggio sono iniziate le attività di caratterizzazione ambientale dei fondali prospicienti; dette attività prevedono il prelievo di campioni di sedimento lungo la fascia costiera, per verificarne il loro stato di qualità ambientale, considerando le numerose e prolungate attività produttive e di estrazione mineraria che si sono svolte nell’area”.
Una strategia prevista e descritta nel “Piano di caratterizzazione ambientale dell’area marino-costiera prospiciente il Sito di Interesse Nazionale del Sulcis Iglesiente Guspinese”, approvato in sede di Conferenza dei Servizi (quindi alla presenza di tutte le istituzioni locali, Ndr) del Ministero dell’Ambiente il 27 marzo 2006. Le attività vedono impegnate l’ISPRA e l’ARPA Sardegna, continia l’istituto, incaricate “da uno specifico Accordo di Programma sottoscritto il 24 gennaio 2011 tra i due Enti e il Commissario Delegato per l’emergenza ambientale aree minerarie dismesse del Sulcis Iglesiente Guspinese, sia per i prelievi che per la fase analitica. Si tratta di una caratterizzazione molto estesa, anche se limitata alle sole aree non precedentemente indagate, che permetterà di conoscere con un significativo dettaglio, la distribuzione delle concentrazioni di eventuali contaminanti presenti nei sedimenti dei fondali e le relative correlazioni con le caratteristiche tessiturali, geochimiche e idrodinamiche dell’area”. Infatti, il paradiso sardo non è purtroppo più incontaminato come era un tempo, e in aree anche di pregio come quelle marine del sud-ovest sono necessari interventi di bonifica: interventi che devono porre rimedio all’inquinamento causato da un modello di sviluppo sbagliato e ambientalmente disastroso che dal dopoguerra in poi è stato avallato da quasi tutta la politica sarda e sulcitana.