Europee 2014: Simona Lobina (L'Altra Europa con Tsipras)
- Scritto da Effe_Pi
INtervista a Simona Lobina, candidata con la lista "L'Altra Europa con Tsipras" alle elezioni Europee nel collegio Isole (Sardegna e Sicilia).
Si definisce "una candidata mamma e lavoratrice precaria": e niente meglio di questi aggettivi può definire Simona Lobina, una delle due candidate sarde della lista unitaria di sinistra "L'Altra Europa con Tsipras", che propone il giovane leader greco come Presidente della Commissione Europea, per un cambio radicale delle politiche continentali e la fine di quell'austerità che ha ridotto allo stremo proprio paesi come quello ellenico. Lobina è infatti un'insegnante precaria di lingue, materia in cui si è laureata a Cagliari, ed ha partecipato negli ultimi anni a molte lotte contro la privatizzazione di beni comuni come l'acqua e per la smilitarizzazione della Sardegna.
Le prossime elezioni europee rischiano di avere un record di astensionismo specie in Sardegna. Perché secondo lei i cittadini dovrebbero votare?
I cittadini europei, italiani e sardi compresi, dovrebbero andare a votare per abbattere un sistema che si regge su poche lobby. Sono le banche e la finanza che insieme alla politica hanno governato fino ad oggi le politiche europee. Oggi bisogna andare a votare per un'Europa dei cittadini e dei popoli.
L’Europa è vista spesso come una realtà distante: come pensa di essere utile ai cittadini sardi da Strasburgo?
Purtroppo ormai tutte le istituzioni sono viste come distanti e poco utili. In realtà ormai molte grosse decisioni sono assunte in Europa. Penso all' ambiente, ai trasporti, all'agricoltura, alle politiche per il lavoro. Una buona parte dei fondi per gli ammortizzatori sociali arrivano dall'Europa. Tutti questi temi sono vitali per la Sardegna e tutti legati fra loro. Una politica di sviluppo per l'isola non può prescindere da un rilancio dell'agricoltura, da politiche di bonifica e riqualificazione del territorio, da una mobilità garantita in Sardegna. Il lavoro è sempre la parola chiave e per crearlo bisogna partire dalle nostre risorse.
Chi è secondo lei il candidato alla Commissione Europea che può rappresentare meglio territori in crisi come la Sardegna e perché?
Indubbiamente Alexis Tsipras. La sua visione di un'europa dei popoli, della pace, dello sviluppo sostenibile, della tutela dei beni comuni è l'unica perseguibile. Abbiamo sotto gli occhi i danni dell'europa dell'austerity e dei fiscal compact.
I fondi europei sono essenziali per il rilancio delle nostre economie: come andrebbero sfruttati in una regione come la nostra?
La Sardegna riceve milioni di euro di fondi europei. Spesso non li spende ma soprattutto non li programma, anche quando li spende. Li utilizza per non perderli, come una misura tampone, quasi fossero un altro ammortizzatore sociale. La Sardegna dovrebbe avere un piano di sviluppo, un piano energetico, uno dei trasporti e utilizzare i fondi europei per rilanciare l'economia partendo dal territorio (ambiente, agricoltura, beni culturali etc).