Inchiesta su un morto di Covid a Seui
- Scritto da Effe_Pi
L’uomo, la cui situazione si era aggravata, sarebbe stato costretto a percorrere 200 metri in salita per arrivare ai soccorsi.
Sulla morte del 65enne di Seui positivo al covid, deceduto sabato sera durante i soccorsi quando le sue condizioni si sono aggravate, la Procura di Lanusei ha aperto un'inchiesta. I familiari dell'uomo hanno incaricato l'avvocato Marcello Caddori di cercare di capire se ci sono responsabilità. Secondo la ricostruzione del legale, infatti, Lobina, emigrato in Germania dove vive con la moglie e i figli, era rientrato in Sardegna a luglio per restare qualche mese con l'anziana madre, quando ha contratto il virus.
"Da qualche giorno era in quarantena nella sua abitazione di Seui, dopo essere entrato in contatto con un positivo ed essere risultato a suo volta positivo al tampone - spiega Caddori – Le sue condizioni si sono aggravate ieri pomeriggio, quando intorno alle 17 è stato visitato da una equipe medica che ha riscontrato una insufficienza respiratoria gravissima". "Si è quindi deciso per il ricovero all'ospedale SS. Trinità di Cagliari ma l'ambulanza - sostiene ancora l'avvocato - è arrivata da Nuoro solo alle 21.
Nelle vie strette del paese, poi, non si è riusciti ad avvicinare il mezzo all'abitazione di Lobina e gli è stato chiesto raggiungere l'ambulanza: così è uscito di casa con la valigia, ha percorso 200 metri in una salita ripidissima e all'arrivo sulla cima è stramazzato al suolo rimanendo lì per circa 20 minuti, senza che nessuno si accorgesse di niente -aggiunge Caddori - Sull'ambulanza non c'era il defebrillatore e si è proceduto con massaggio cardiaco, senza successo purtroppo".
Foto | shansby su Flickr