Piano alluvioni solo in un terzo dei comuni sardi
- Scritto da Effe_Pi
Solo 137 municipi sui 377 dell'isola hanno predisposto questo strumento, fondamentale per la Protezione civile.
Solo poco più di un terzo dei comuni della Sardegna hanno predisposto un Piano di emergenza comunale relativo al rischio idrogeologico e idraulico, secondo la Protezione civile regionale. Sono infatti 134 su 377, secondo il commissario delegato per l'emergenza alluvione in Sardegna, Giorgio Cicalò, i municipi sardi che si sono dotati negli ultimi cinque anni (dal 2008 ad oggi) di questo strumento, che viene considerato “imprescindibile supporto dell'autorità di Protezione Civile per fronteggiare gli eventi calamitosi e attuare le misure volte alla salvaguardia della pubblica e privata incolumità”. Passa invece al contrattacco, dopo le accuse di questi giorni nel dopo alluvione, il capo della Protezione Civile nazionale, Franco Gabrielli, che in un’audizione parlamentare di ieri ha detto, tra le altre cose, di trovare "criminale dare l'abitabilità a seminterrati in zone a rischio esondazione, criminale è chi autorizza e consente ad una famiglia di vivere in un garage: il rispetto per i morti si realizza anche facendo in modo che certe disgrazie non si ripetano e che altre persone non corrano lo stesso rischio".
Intanto, per migliorare la situazione rispetto alla prevenzione, arriva in Parlamento anche una proposta di legge che vuole costituire un “ufficio geologico territoriale di zona” in tutti i comuni italiani. La norma è prevista dalla bozza di una proposta di legge sul dissesto idrogeologico presentata dal deputato del Pd Antonino Moscatt, insieme con il presidente del consiglio nazionale dei geologi, Gian Vito Graziano, e il presidente dei geologi della Sardegna, Davide Boneddu: lo scopo è quello di avere specialisti su tutto il territorio che possano lavorare “di concerto con l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)". I tre punti principali del testo riguardano il "controllo, monitoraggio e presidio del territorio per una difesa preventiva, intervenendo sulle cause del dissesto idrogeologico". Trova spazio anche un rafforzamento della gestione "organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ai fini della Protezione civile".