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ORISTANO: L'ANTIQUARIUM ARBORENSE

  • Scritto da Effe_E

Oristano - L'Antiquarium ArborenseL’Antiquarium Arborense, Museo Archeologico "Giuseppe Pau", nasce nel 1938 grazie all'acquisto, da parte del podestà di Oristano, della collezione Pischedda, la più grande raccolta privata di reperti archeologici della Sardegna.

INFORMAZIONI

Indirizzo: piazza Corrias, Oristano - telefono 0783 791262
Ente titolare: Comune di Oristano
Gestione: Cooperativa La Memoria Storica
Orari: dal lunedì al venerdì orario continuato 9-20; sabato e domenica 9-14 e 15-20 (chiuso Natale, Santo Stefano e Capodanno)
Biglietto: € 5,00 intero, € 2,50 ridotto (6-26 anni, gruppi oltre 15 persone, oltre 65 anni), gratuito (0-6 anni, disabili, n.1 accompagnatore per gruppi oltre 15 persone).
Le visite guidate sono incluse nel prezzo del biglietto, e sono disponibili anche in lingua inglese, francese e spagnola (è consigliabile prenotare). Le stesse tariffe sono valide per la visita guidata al centro storico della città di Oristano.
Sito Internet: www.antiquariumarborense.it
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

L’Antiquarium Arborense, Museo Archeologico "Giuseppe Pau", nasce nel 1938 grazie all'acquisto, da parte del podestà di Oristano, della collezione Pischedda, la più grande raccolta privata di reperti archeologici della Sardegna.

Il piano terra del museo è riservato alle mostre temporanee, sempre di tema archeologico, mentre il piano superiore è dedicato all'esposizione stabile delle raccolte archeologiche e di alcune tavole di retabli quattro-cinquecenteschi.

La sala archeologica ospita la collezione Pischedda e altre collezioni minori, costituite da materiali provenienti specialmente dalla penisola del Sinis e compresi nel periodo preistorico e protostorico, dal neolitico alla civiltà nuragica. Sono ben rappresentati anche i corredi tombali fenici e punici (VII-III secolo a.C.), provenienti in particolare da Tharros, e non mancano i reperti di età romana, paleocristiana e altomedievale (II sec. a.C.-VII sec. d.C.).

Notevole il plastico ricostruttivo della città di Tharros nel IV sec. d.C. e il plastico ricostruttivo della città di Oristano nel XIV secolo d.C. durante il periodo giudicale, quando la città era circondata da una importante cinta muraria.

La sala retabli espone opere pregevoli quali il retablo di San Martino (XV secolo), il retablo del Santo Cristo (1533, di Pietro Cavaro) e il retablo della Madonna dei Consiglieri (1565, di Antioco Mainas).

L’Antiquarium Arborense è l’unico museo dell’isola a disporre di una sezione espositiva dedicata ai non vedenti e agli ipovedenti, dove è possibile toccare con mano alcuni fra i più bei manufatti esposti al Museo o facenti parte del patrimonio culturale cittadino.

PERCHE' E' IMPORTANTE VISITARLO

I reperti esposti consentono di ricostruire la storia del territorio e del suo centro più importante, Oristano. I pezzi forti sono la coppa con Ercole che lotta con il toro di Creta, di produzione micenea e attica; un bruciaprofumi che raffigura Ercole con la "leontè" (pelle di leone) risalente ad epoca cartaginese; la collezione di ceramica etrusca proveniente da Tharros, la più ricca ritrovata fuori dell'Etruria; i vasi in vetro soffiato di età romana.

SERVIZI

Il servizio di visita guidata è compreso nel prezzo del biglietto. La prenotazione è consigliata per le visite guidate in lingua inglese, francese e spagnola. Proiezioni di video introducono al percorso museale. Lo shop del Museo propone gadgets, prodotti multimediali, la guida del museo e i cataloghi delle mostre temporanee succedutesi nel corso degli anni.

Il museo svolge attività didattiche per studenti delle scuole di ogni ordine e grado su temi archeologici. Non esistono barriere architettoniche. L’Antiquarium Arborense offre anche il servizio di visita guidata al centro storico della città di Oristano, per ammirare chiese, monumenti e le due torri in perfetto stato di conservazione facenti parte della cinta muraria che circondava la città in epoca giudicale (anche in inglese, francese e spagnolo).

Fonte: Regione Sardegna