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Binu de arangiu, il liquore della tradizione contadina nel Sarrabus

  • Scritto da Effe_Pi

Arriva dalla fermentazione del succo di arance prodotte sul territorio come la varietà del biondo tardivo di San Vito e quelle ombelicate come Washington e Tarocco.

Una vera straordinaria tipicità di Sardegna nel settore degli alcolici è sicuramente su Binu de arangiu, bevanda che viene dalla spremitura e poi fermentazione del succo d’arancia delle seguenti varietà: il biondo Tardivo di San Vito e arance ombelicate come le Washington e Tarocco. La fermentazione prevede l’aggiunta di zucchero o miele fino al raggiungimento di una gradazione tra i 14 e i 18 gradi: la bevanda viene successivamente conservata in recipienti di terracotta, vetro oppure barrique di legno, per un tempo non inferiore ai 36 mesi. Raggiunto tale grado di maturazione, la bevanda assume una colorazione tendente all’arancio ramato, con sapore fruttato simile al passito.

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Il binu de arangiu deve la sua particolarità alle arance. Il microclima del territorio del Sarrabus favorisce la raccolta delle arance Washington e Tarocco dalla prima decade di febbraio, terminando a maggio con varietà come il Tardivo di San Vito. Dopo la raccolta, si procede con la spremitura, provvedendo a filtrare il succo con appositi colini in inox. Il succo è quindi conservato in contenitori di terracotta o altro materiale idoneo, con una temperatura fra i 21- 22 gradi, favorendo la fermentazione mediante l’aggiunta di zucchero oppure miele. Terminato il processo di fermentazione, si procede al travaso in botti di legno o recipienti di terracotta o vetro in ambiente fresco, per un periodo che va dai 36 mesi ad 5 anni. Tale invecchiamento consente una piena armonizzazione di sapori e profumi, conferendo al prodotto un sapore delicato tendente al fruttato simile al passito.

Terminato il periodo di invecchiamento si procede all’imbottigliamento in bottiglie di vetro con tappo sigillato. Tale bevanda è sempre stata prodotta a uso famigliare, conservata all’interno dei pozzi ed era motivo di orgoglio da condividere e assaporare nei momenti conviviali quali feste o matrimoni. Su Binu non subisce nessun procedimento chimico per stimolare la fermentazione o conservazione quali solfiti o lieviti. L’imbottigliamento avviene in vetro scuro con tappo. Secondo la tradizione antica la famiglia povera contadina era solita valorizzare quello che la natura offriva riutilizzando le arance cadute a terra per ottenere una bevanda alcolica da offrire, con orgoglio, ad amici e parenti per momenti conviviali quali battesimi, comunioni, cresime e matrimoni.

Foto | Pascal Missale su Flickr