Dalla Regione 54 milioni alla chiesa: è polemica
- Scritto da Effe_Pi
Secondo l'Unione degli atei e agnostici i fondi, che provengono da quelli destinati dall'Europa allo sviluppo delle regioni, dovevano essere usati per altro.
L’accusa è di quelle che pesano, specie per una giunta che almeno sulla carta dovrebbe provenire in gran parte da un background laico e di sinistra. La Regione Sardegna avrebbe elargito alla chiesa cattolica ben 54 milioni di euro, secondo l’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), che tutela i “diritti civili dei cittadini non religiosi e la laicità dello stato”: per la sezione cagliaritana dell’associazione, la pietra dello scandalo è l’accordo approvato di recente dalla Giunta Regionale sarda, quindi firmato dal presidente Francesco Pigliaru e da monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari e presidente dei vescovi sardi. Esso prevede che 54 milioni di euro provenienti dai Fondi europei per lo sviluppo regionale (Fesr) siano trasferiti dall’ente alla chiesa, e in particolare 34 milioni vengano destinati ad interventi sugli edifici religiosi, mentre altri 20 milioni finiranno ad attività ed istituti gestiti dalla diocesi.
La cosa peggiore, secondo il circolo UAAR sardo, è che l’accordo sia stato finanziato proprio con questi fondi, visto che quelli del Fesr sarebbero da usare per “riduzione della disoccupazione, investimenti in ricerca e innovazione, sviluppo nel settore delle energie rinnovabili, iniziative contro l’abbandono scolastico, contrasto alla povertà”.
Ben diverso il racconto che dell’accordo danno Regione e diocesi: anzitutto sarebbe previsto un “cofinanziamento” della Conferenza episcopale dell’isola, e poi l’utilità sarebbe pubblica e non riservata ai soli religiosi, visto che tra gli interventi c’è ad esempio la riconversione in Centro di formazione per il volontariato dell'ex Seminario di Cuglieri, sorta di cittadella di 65mila metri cubi arrivata a ospitare fino a 500 persone, prima di essere chiusa negli anni settanta.
Il comunicato regionale ammette però che i 57 milioni serviranno a finanziare e attuare progetti lungo “tre direttrici già individuate dalla Chiesa e, in parte, oggetto di accordi con gli enti locali”: si tratta proprio del restauro di edifici di culto, l’organizzazione di feste religiose come occasione di richiamo turistico e la manutenzione e sistemazione di edifici come oratori, sale convegni, centri per il contrasto della povertà e l'orientamento al lavoro.
D’altro canto, per il progetto "Sardegna in 100 chiese", la Cei darà 11,5 milioni di euro in tre anni per gli edifici di culto. Fra quelli che hanno bisogno di interventi urgenti figura, tra gli altri, la Cattedrale di Bosa: "Mille feste in un'isola di Santi", ancora in via di definizione, ipotizza invece investimenti per la promozione e l'organizzazione di almeno una trentina di celebrazioni religiose. In questo caso sarebbe la Regione a pagare, ma la Cei si dice pronta “a cofinanziare ognuna con 10mila euro, per un investimento ipotizzato di 300mila”, che potrebbe aumentare in base al numero di feste oggetto dei progetti.
L’intervento "Casa di Dio, Casa per l'uomo" prevede infine dieci importanti interventi di recupero, per un cofinanziamento di circa 30 milioni di euro: riguarderanno non solo chiese, ma anche oratori ed edifici in cui le dieci diocesi della Sardegna mettono a disposizione servizi per la comunità.
Foto: Wikipedia - David Blaikie
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