La protesta dei lavoratori: salvate Meridiana
- Scritto da Effe_Pi
Alla Regione il presidio di Usb e Apm per chiedere di ripensare il comparto aereo sardo e salvare la compagnia.
Ripensare l’intero comparto aereo sardo, salvando al tempo stesso Meridiana e soprattutto i suoi dipendenti. È l’appello rivolto alla Regione Sardegna da parte dei dipendenti della compagnia di proprietà dell’Aga Khan, durante un presidio oggi a Cagliari, sotto i portici del Consiglio Regionale. Ad organizzare la protesta, piloti e assistenti di volo del vettore ormai da tempo in crisi, guidati da Usb (Unione sindacale di base) e Apm (Associazione piloti Meridiana), per denunciare la difficile situazione che vivono. Sono infatti ben 1350 i dipendenti in cassa integrazione che, secondo i manifestanti, verranno licenziati a maggio del 2015.
I sindacati hanno chiesto un incontro alla presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, e una delegazione di cinque lavoratori è stata ricevuta dalla Commissione Bilancio. "Chiederemo due cose - dice Francesco Staccioli dell'Usb – anzitutto che la Regione incontri la proprietà di Meridiana, perché la Sardegna non può sopportare il peso di altri licenziamenti, e poi che venga ripensata l'intera gestione del trasporto aereo". Intanto, i dipendenti hanno dato mandato ai legali di verificare se il ricorso alla cassa integrazione da parte della compagnia sia stato legittimo o meno, iniziativa rafforzata dalle ultime notizie riguardanti Alitalia.
"Perché va anche considerato che dentro Meridiana esiste un'altra società che si chiama Air Italy, con 450 dipendenti che costano molto meno di quelli di Meridiana e vengono utilizzati tutti, nonostante la richiesta di cassa integrazione per 180 di loro - denuncia Sandro Spano dell'Apm - adesso hanno addirittura annunciato di voler acquisire in leasing altri due aeromobili, quando ce ne sono ben 8 lasciati a terra a Olbia. Ovvio che all'azienda conviene di più utilizzare il personale Air Italy,composto per lo più da giovani assunti con contratti capestro, perché costa meno – conclude il sindacalista - ma è inaccettabile".