Lo Stato italiano contro la Sardegna: bocciato il bilancio
- Scritto da Effe_Pi
La Corte costituzionale censura la Finanziaria regionale, partendo da un ricorso del Governo Renzi contro l’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate.
Lo stato italiano si schiera contro la Sardegna, intesa come regione, e boccia i provvedimenti contenuti nell’ultima Finanziaria, a partire dalla costituzione dell’Agenzia sarda delle entrate, da sempre pallino dei sovranisti per consentire alle istituzioni locali di gestire in proprio i soldi delle tasse riscosse nell’isola.
La bocciatura, dopo il ricorso del governo Renzi sull’articolo 3 della legge di bilancio (quello appunto che prevede l’istituzione dell’Ase), è arrivata ieri dalla Corte Costituzionale italiana, che ha esteso la sua censura a tutta la Finanziaria. Il paradosso è che tra gli oppositori della Giunta Pigliaru i più pronti all’attacco sono proprio gli indipendentisti, non è un caso che tra i più critici ci sia l’ex direttore dell’Unione Sarda, Anthony Muroni, che sul suo blog invita l’assessore al Bilancio Raffaele Paci (che lui chiama Sub- Presidente) a trarre “le dovute conseguenze” da questa bocciatura.
A parte l’originalità di un attacco indipendentista basato su decisioni delle istituzioni centraliste italiane, qual è il motivo per cui la Consulta ha smontato la Finanziaria sarda, Agenzia delle entrate a parte? La ragione principale la cita lo stesso Muroni, e sarebbe che “uno sbilanciamento così grave da legittimare la chiusura in passivo del primo bilancio di previsione successivo al riaccertamento straordinario è quasi sempre eziologicamente collegato all’incapacità mostrata in passato dall’ente territoriale nella riscossione delle proprie entrate”.
In pratica, si accusa la Regione Sardegna di avere un bilancio disastroso in primis perché non sarebbe capace di riscuotere le tasse che gli sono dovute: ma l’Ase non serviva proprio a cercare di riscuoterle meglio? E non è forse vero che ormai da decenni tutta la politica sarda (non solo sovranista e indipendentista) accusa lo Stato italiano di avere miliardi di euro di debiti con la Sardegna, proprio per i mancati trasferimenti dei tributi riscossi nell’isola?
Ne parla il segretario del Partito dei Sardi, Franciscu Sedda, secondo cui “da un lato ci biasimano perché riscuotiamo male o non riscuotiamo. Dall'altro ci impugnano i nostri tentativi di costruire uno strumento per riscuotere le entrate”. Per Sedda questa “sembra proprio una supercazzola. Oppure siamo davanti ad uno Stato schizofrenico. Senza poi contare che per anni le nostre entrate se le sono illegalmente trattenute loro”. Secondo il dirigente del PdS “uno Stato con un debito pubblico di 2300 miliardi di euro (e 660 milioni di nostri soldi accantonati per risanarlo) che censura il bilancio sardo per 31 milioni (milioni) di disavanzo tecnico” è un classico italiano, vale a dire “il bue che dice cornuto all'asino”, e Sedda conclude con la speranza “che questa vicenda faccia capire a tutti i sardi, i nostri alleati in primo luogo, perché bisogna correre velocemente verso l'indipendenza”.
Foto: E. Krall su Flickr